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Monilinia o marciume bruno degli alberi da frutto: Che cos’è e come individuarlo?

La Monilinia, comunemente nota come marciume bruno, è una causa significativa di perdite economiche in tutto il mondo, in particolare nelle drupacee (come pesche, ciliegie e prugne) e nei mandorli e, in misura minore, nelle pomacee (come mele e pere).

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Sebbene i sintomi più visibili del marciume bruno si osservano verso la fine del ciclo produttivo, l’infezione da Monilinia inizia generalmente in primavera, soprattutto durante il germogliamento e i periodi di elevata umidità. Il periodo di massima suscettibilità si verifica durante la fioritura e poco prima della maturazione dei frutti.

Quali sono le cause della Monilinia?

  1. Monilinia laxa e Monilinia fructicola sono le principali specie fungine responsabili della malattia. Possono infettare direttamente i fiori. Monilinia fructigena, invece, si sporula solitamente sui frutti caduti e attacca opportunisticamente i frutti più tardi nella stagione, quando sono completamente maturi.
  2. Monilinia fructigena e Monilinia fructicola sono economicamente importanti per la loro capacità di causare danni sostanziali ai frutti. I funghi penetrano attraverso varie vie, tra cui la cuticola, gli stomi e le ferite, nonché intorno alla base dei tricomi (strutture simili a peli sulla superficie del frutto).
  3. Monilinia laxa colonizza comunemente i fiori, ma raramente causa un’infezione diretta. Si diffonde invece ai rami e ai germogli, provocando essudati gommosi e lo sviluppo di cancri.

Quali sono i sintomi dell’infezione da Monilinia?

  • Fiori essiccati: I fiori fungono da serbatoio per l’inoculo fungino durante la primavera. In condizioni favorevoli (umidità elevata e temperature ottimali), le spore infettano lo stigma, gli stami, i petali e i sepali, portando al disseccamento dei fiori, che poi cadono dalla pianta.
  • Rami secchi e marroni: Il fungo può diffondersi dai fiori infetti alla corteccia dei rami giovani, provocando lesioni marroni. Questo porta al collasso e al disseccamento di germogli e foglie.
  • Cisti ed essudati: I cancheri si formano spesso nei punti in cui l’albero è stato danneggiato dal freddo o da trattamenti chimici. Il fungo invade i tessuti interni, causando la trasudazione della gomma. Se non vengono eliminati, questi cancri persistono e diventano fonti permanenti di inoculo fungino.
  • Marciume della frutta: I frutti verdi non sono molto sensibili all’infezione, ma con la maturazione e l’aumento del contenuto di zucchero, il fungo si diffonde da fiori o cancri precedentemente infetti. Si formano così le caratteristiche lesioni da marciume bruno, che si espandono e fanno marcire i frutti. I frutti cadono prematuramente o si mummificano sull’albero.

 

Mela colpita da Monilinia spp. che mostra i segni caratteristici del marciume bruno che può devastare le colture se non viene gestito in tempo.

Come gestire la Monilinia?

Una gestione efficace della Monilinia prevede una combinazione di pratiche preventive e correttive. Seguendo queste strategie, è possibile ridurre il rischio di infezione e minimizzare l’impatto sul raccolto:

  • Evitare l’eccesso di vegetazione: Sfoltire gli alberi per favorire la circolazione dell’aria e ridurre l’umidità all’interno della chioma.
  • Eseguire un’accurata potatura verde: Potare durante la stagione di crescita per garantire un flusso d’aria adeguato e ridurre il rischio di infezioni.
  • Rimuovere e distruggere il materiale infetto: Alla fine dell’inverno, rimuovete e bruciate tutti i frutti mummificati e i rami infetti che presentano segni di cancherizzazione o disseccamento per eliminare i serbatoi fungini.
  • Applicare il fertilizzante azotato con giudizio: Evitate l’applicazione eccessiva di fertilizzanti azotati, poiché una crescita vegetativa eccessiva può creare condizioni favorevoli alle infezioni fungine.
  • Regolare l’irrigazione: Riducete l’irrigazione prima del raccolto per limitare i livelli di umidità che potrebbero favorire la crescita dei funghi.
  • Attuare trattamenti fungicidi precoci: Applicare i biofungicidi il più presto possibile, soprattutto durante la fioritura, quando è più probabile che il fungo penetri e provochi l’infezione. Inoltre, l’uso delle biosoluzioni Rovensa Next più vicino al raccolto può aiutare a gestire i residui misurabili sui frutti, sostenendo un obiettivo di produzione di residui da basso a nullo rilevabile.

 

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